Nato a Mosca in una famiglia aristocratica, perse la madre pianista ad appena un anno.
Egli stesso seguì la carriera di pianista, ma fu svantaggiato dalle mani troppo piccole, che non gli permisero di competere con il contemporaneo Rachmaninov. Nell'intento di non essere inferiore a quest' ultimo, in seguito ad un periodo di studio folle e disperato, si danneggiò irreparabilmente i tendini della mano destra e dovette perciò abbandonare la carriera di esecutore.
Inizialmente non era attirato dalla composizione, ed è per questo che non riuscì mai a diplomarsi, fallendo l'esame di composizione.
Eppure le sue doti erano notevoli, tanto che uno dei suoi primi brani, "Fuga in mi minore", divenne poi uno dei pezzi obbligatori nei Conservatori.
La sua ricerca fu importante dato che l'artista, dotato di doni sinestesici, aveva la facoltà di vedere colori legati ad ogni suono.
Fu per questo che la sua instancabile ricerca fu volta a cercare di unire nelle sue opere, la principale delle quali fu il "Prometeo", musica e colori, che dovevano essere proiettati su degli schermi e dovevano variare con l'evolvere delle melodie. Questo perchè, secondo Scrijabin, le due arti, pittura e musica, colore e suono, non possono essere mai staccate tra di loro, ci sarà sempre un filo conduttore ad unirle, rendendole dipendenti l'una dall'altra.
Questo aspetto rese le sue idee affini a quelle di Kandinskij, il quale collaborò con lui realizzando delle sceneggiature per le sue opere teatrali.